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Gp Turchia: Vince Hamilton, doppietta McLaren e disastro RedBull


30/05/2010

di Fabiana Muceli

Contatto tra Webber e Vettel, in lotta per la prima posizione. Fuori il tedesco, Webber taglia il traguardo terzo dopo il cambio dell´alettone. Male le Ferrari


Gp Turchia: Vince Hamilton, doppietta McLaren e disastro RedBull Lotta fratricida in questo Gran Premio di Turchia 2010: i due piloti della RedBull protagonisti di un duello al limite, di quelli che fanno tremare il box di appartenenza se i duellanti portano gli stessi colori sociali. Webber si trovava in prima posizione, al quarantesimo giro, quando il compagno di squadra Vettel, che lo seguiva a meno di un secondo, ha tentato il colpaccio. In pieno rettilineo Vettel è scattato sulla sinistra, affiancandosi alla monoposto gemella, ma un suo movimento verso destra ha portato al contatto. Fuori il tedesco, mentre Webber è dovuto rientrare ai box per il cambio dell'alettone e ha concluso il Gp in terza posizione. Le Mclaren ringraziano: Hamilton e Button, che seguivano da vicino i due amici-nemici della Redbull, hanno infatti approfittato della doppia defiance, guadagnando rispettivamente la prima e la seconda posizione. Per poi attivarsi essi stessi in un duello simile, pochi giri più avanti, sfiorando anche il contatto ma rimanendo entrambi in pista. Quarto posto per Michael Schumacher, davanti a Rosberg, e migliore prestazione di questo 2010 per il pluricampione. Male invece le Ferrari, una gara anonima per Massa e Alonso che hanno chiuso settimo e ottavo. Un piccolo brivido solo sul finale, quando lo spagnolo ha conquistato la posizione definitiva ai danni di Petrov.

La gara si anima fin dalla partenza, ottimo spunto per Vettel e Schumacher che superano Hamilton e Button, ma i due della Mclaren recuperano le posizioni originali qualche curva dopo. Già al secondo giro si intuisce che le gare saranno due: quella del quartetto Redbull- McLaren, con Webber, Hamilton, Vettel e Button a fare l'andatura, quasi fosse una tappa ciclistica, guadagnando secondi su secondi rispetto al resto del gruppo. E quella di Schumacher, Rosberg, Kubica, Massa, Petrov, Sutil, protagonisti di un'altra gara, lontana anni luce dai ritmi del gruppo di testa. Al decimo giro, Schumacher si ritrova a 8 secondi di distacco da Webber, Massa è ottavo, Alonso undicesimo. Al dodicesimo giro comincia il valzer del cambio gomme, con Alonso che entra per primo e che, a conti fatti, con il suo pit-stop anticipato guadagnerà due posizioni. Al quindicesimo giro rientra Vettel, un giro dopo a fermarsi per il cambio gomme saranno Webber e Hamilton. Qualche difficoltà per l'inglese, un problema alla gomma posteriore ritarda la sua sosta e il pilota rientra in pista perdendo una posizione nei confronti di Vettel. E la storia sembra ripetersi: le due RedBull in testa, a fare l'andatura, una galoppata vittoriosa verso il traguardo. O almeno, questo ci si aspettava.

A rendere tutto imprevedibile, un acquazzone annunciato che però non avrà mai luogo. I piloti continuano a dialogare via radio con i rispettivi box, per capire il da farsi in caso di pioggia. Hamilton si avvicina a Vettel, ma senza impensierire l'avversario; Webber non riesce a staccare i tre che lo seguono a distanza ravvicinata, mentre Button sembra osservare dalla sua quarta posizione il comportamento di piloti che lo precedono. I giri proseguono e il divario tra la testa e il resto del gruppo continua ad aumentare. Al ventinovesimo giro Schumacher è a 29 secondi da Webber, Rosberg lo segue a 3 secondi e via via tutti gli altri. Le Ferrari continuano la loro gara dietro le Renault, arriva l'ordine dai box per Alonso, quello di mettere pressione su Petrov, ma il ferrarista sembra essere in difficoltà. Al quarantesimo giro, con Webber tallonato dal compagno di squadra Vettel, accade l'imprevedibile.

Vettel non ci sta a chiudere al secondo posto senza provarci e, nonostante i presunti accordi di scuderia che vorrebbero le posizioni congelate, tenta l'attacco su Webber. Quando il tedesco prova il sorpasso in rettilineo, all'interno rispetto all'altra RedBull, i due si toccano ed è disperazione e mani nei capelli per ingegneri e meccanici ai box. La responsabilità sembra essere di Vettel, con Webber che mantiene la traiettoria nonostante l'attacco e il compagno che invece muove leggermente il volante verso destra, prendendo in pieno la fiancata della vettura dell'australiano. Fuori il giovane tedesco, mentre Webber rientra ai box per il cambio dell'alettone, mantenendo la terza posizione. Tra i due litiganti, ci guadagnano le McLaren: Hamilton e Button, dopo l'incidente, passano in prima e seconda posizione. Ma non è finita qui. Al quarantottesimo giro, Button pare voglia imitare il collega Vettel. Prova il sorpasso sul compagno di squadra Hamilton, nelle curve che precedono il rettilineo del traguardo. Si butta all'esterno in staccata, e i due percorrono le doppie curve, sinistra e destra, praticamente appaiati. Button passa sul rettilineo in testa, ma Hamilton allunga la frenata, sorpassandolo e sfiorando la collisione. Brivido in casa McLaren, e forse qualcuno dai box consiglia “gentilmente” a Button di evitare un altro tentativo di sorpasso, perchè Hamilton guadagna facilmente i tre secondi di margine che manterrà fino al traguardo.

Finisce così, con un trionfo McLaren e un disastro RedBull che limita i danni con la terza posizione di Webber. Il pilota mantiene la testa della classifica con 98 punti, seguito da Button a 88, Hamilton a 84 e Alonso a 69. E' disfatta invece nella classifica costruttori, con la RedBull, 171 punti, che cede il primato alla McLaren, 172.


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