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Sul circuito di Abu Dhabi, Rosberg trionfa. Ma è questa la F1 che vogliamo?
01/12/2015
di Giulia Morelli
Seconda l’altra Mercedes di Lewis Hamilton, terzo gradino del podio per la Ferrari di Kimi Raikkonen davanti a Sebastian Vettel che rimonta dalla 15^ posizione
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[ Abu Dhabi, EAU ] -
Sul circuito di Abu Dhabi vince Nico Rosberg davanti al suo compagno di squadra Lewis Hamilton secondo e al Ferrarista Kimi Raikkonen terzo, riuscendo al via a mantenere al testa della gara, cosi come per tutta la corsa, mentre Sebastian Vettel dopo il primo giro è già nono, essendo partito dalla 15 esima posizione. Nella corsia box Valtteri Bottas compromette la sua gara, toccando con la McLaren di Jenson Button che sta rientrando ai box, Bottas rompendo l’ala anteriore ed e costretto ad un nuovo rientro nel giro successivo. Poco dopo la metà gara Sebastian Vettel già vantava di essere risalito fino al quarto posto dopo un valzer di pit stop, posizione invariata fino alla fine.
Nel post gara non si ricorderà magari l’intensità con cui l’ultimo gran premio in questione abbia regalato spettacolo, ma i fuochi d’artificio spiccati nel cielo di Abu Dhabi che narrano di una pista che si articola intorno ad un atmosfera di glamour e lusso e di una Formula 1 che più del vero spettacolo e passione si snoda all’interno di pensieri e considerazioni effimere e povere di contenuti. Anche per quest’anno la categoria regina ha chiuso i suoi battenti, lasciando un po' di amaro in bocca, nel mezzo di qualcosa però che di concreto appare: Da una parte una Mercedes, con un Lewis Hamilton che dopo il suo incoronamento da campione del Mondo 2015 nel gran premio di Austin si è come spento andando in un vero e proprio letargo, come per dire che la sua figura l’ha fatta e che il resto è un sorta di come viene viene. Alla domanda circa la sua strategia dopo la gara di Abu Dhabi Hamilton ammette di aver fatto quello che gli era stato detto di fare, mantenendo un divario decente da Nico Rosberg.
Un risvolto un po' amaro per Lewis, che da pilota combattivo non si sarebbe mai lasciato influenzare da scelte sconvenienti. O forse la scelta che poi Hamilton ha deciso di seguire, ossia quella di esasperare il suo atteggiamento a tratti lamentandosi con il team fino a simulare quali peripezie di strategia, l’abbia un po' penalizzato in queste ultime gare. Il rovescio della medaglia in casa Mercedes porta il nome di Nico Rosberg che pur con tutto il suo nervosismo e tutta la sua rabbia per una stagione affranta da tutto il clamore e dal contrasto con il compagno leader Lewis Hamilton, si possa meritare grande rispetto per come abbia metabolizzato la sconfitta e aver lavorato su se stesso dopo il colpaccio di Austin. Rosberg ha saputo trasformare la sua innata delusione in competizione, smussando gli ultimi angoli spinosi che l’insediavano, trionfando nelle ultime tre gare di mondiale: Messico, Brasile e Abu Dhabi.
L’altra grande potenza è la Ferrari che è riuscita a contrastare e a volte anche battere la Mercedes. Kimi Raikkonen ha saputo chiudere la sua stagione al meglio con il terzo posto, che nel mirino di un anno come il 2015 e con annessi ritiri e sfortuna non poteva proprio chiedere di meglio, visto anche il suo quarto posto nella classifica Mondiale. Per finire Sebastian Vettel che elogia a tutti gli effetti il suo primo anno in Ferrari. Complimenti vivissimi a lui che ci ha fatto sognare in più di una occasione, cercando di ristabilire un po' dello spettacolo del circus.
Le premesse e i risvolti 2015 sono cosi riposti nel 2016, cercando di riportare al pubblico la passione e la competizione che di anno in anno la classe regina vanta. Con questo però non bisogna accantonare la vera leggenda di tale sport fatto di battaglie e di inventiva, di brama per il genio e talento di piloti e di costruttori che danno il loro contributo per in qualche modo riportare le speranze di una Formula 1 del passato. Leggendo un commento risuonano alcune parole come la frase: “Ridateci gomme larghe, puzza di frizioni bruciate, motori rumorosi e prati pieni di tifosi entusiasti come per anni è stato quello della Rivazza a Imola. I piloti ci sono e non facciamoli stancare”. Questa è Formula 1.
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