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La Cassazione revoca l’arresto di un posteggiatore abusivo


03/04/2010

di Giovanni Iozzia

Una sentenza paradossale che rischia fare aumentare le vessazioni illegali subite dagli automobilisti


La Cassazione revoca l’arresto di un posteggiatore abusivo Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha di fatto legittimato l’operato dei parcheggiatori abusivi. Almeno è questa l’impressione che si evince leggendo la sentenza n. 12762/10 secondo la quale una persona che si improvvisa parcheggiatore chiedendo un contributo economico all’automobilista può diventare un “servizio” che può essere anche “indispensabile” e “ben accetto” dalla comunità poiché “come per uso consolidato avviene in talune città d’Italia, di spostare le autovetture lasciate in parcheggio, da coloro che trovano utile usufruire di tale spazio libero e non volevano avere il fastidio di doversi occupare di compiere complicate manovre per liberarsi dagli ostacoli costituiti dalle vetture in quello spazio”. In base a questo presupposto è stata quindi annullato il provvedimento degli arresti domiciliari nei confronti di un posteggiatore abusivo di Catania, B.M. di 60 anni, indagato per avere chiesto a un automobilista 1 euro per il servizio svolto in un parcheggio, appunto, abusivo.

Il fatto è avvenuto la scorsa estate lungo la spiaggia di Catania. Un automobilista, F.D.C. aveva regolarmente parcheggiato la sua vettura ed aveva rifiutato la “assistenza” del parcheggiatore abusivo. Nel momento in cui era però stato costretto a spostare urgentemente la macchina, a causa di un malore della moglie, l’aveva trovata bloccata da altre vetture le cui chiavi erano in custodia del parcheggiatore abusivo che, si, le aveva prontamente spostate ma aveva anche reiterato, pare anche poco elegantemente, la richiesta del pagamento di un euro. A quel punto F.D.C. aveva chiamato la Polizia denunciandolo per tentata estorsione e minacce. Da lì il provvedimento, emanato dal Gip di Catania, degli arresti domiciliari.
Adesso la sentenza della Corte dispone un nuovo esame del caso davanti al Tribunale di Catania “per verificare se veramente esista la necessità delle esigenze cautelari” poiché è un “dato specifico che B.M. offriva un servizio ben accetto e ritenuto, a livello diffuso della cittadinanza, indispensabile, in quel luogo proprio per potere tranquillamente usufruire del posteggio dell’autovettura” e come prova rimarcata è il fatto che al posteggiatore abusivo venissero affidate le chiavi delle vetture “perché provvedesse ad effettuare quelle manovre di parcheggio che altrimenti avrebbero dovuto fare gli stessi possessori delle vetture” e quindi “al pretesa ingiustizia delle richiesta dell’bolo di un euro diventa evanescente e si attenuano anche i turbamenti che i modestissimi precedenti penali (del posteggiatore abusivo) possono creare in relazione alle esigenze cautelari, peraltro motivate in modo assertivo, stereotipato e per nulla dettati dai principi della custodia cautelare”.

Quasi con un colpo di spugna la Cassazione ha annullato tutte le denunzie, le azioni, le battaglie per la legalità che si sono e si stanno combattendo contro un’attività, senza dubbio illecita, che mescola arroganza, prevaricazione e violenza. Perché se è vero che qualche volta un posteggiare abusivo può rivelarsi anche utile (ma anche non pagare le tasse è utile ma è sempre reato) è anche incontestabile il fatto che sono soggetti che si muovono nell’assoluta illegalità e che agiscono nell’ambito di una spartizione del territorio che affonda le sue radici in un disegno più ampio di criminalità organizzata. Non si esagera ma questa sentenza rischia di porre un freno alla lotta per la legalità che ogni giorno si combatte nelle strade delle città italiane, specialmente al Sud. Ma la Corte non è nuova a sentenze stupefacenti o, perlomeno inusuali: quella relativa allo stupro che con i jeans sarebbe impossibile è sintomatica e significativa fra tutte.

La sentenza della Cassazione ha sollevato anche le perplessità dei lavoratori di Polizia. «Al cittadino è utile un servizio di parcheggio offerto da aziende deputate a questo – ha commentato il segretario provinciale di Catania del Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), Tommaso Vendemmia – mentre il parcheggiatore è una figura abusiva fastidiosa e per nulla utile e quindi la sua l’attività è senza dubbio illecita e induce il cittadino a sostare in aree anche fuori da spazi assegnati in maniera disordinata e pericolosa. Infatti, spesso i vigili urbani intervengono per sanzionare gli automobilisti che affidandosi al posteggiatore commettono l’illecito amministrativo di divieto di sosta. Pertanto, l’ignaro automobilista affidandosi a questo individuo può anche incorrere sanzioni pesanti poiché indotto a commettere un illecito. Proprio a rafforzare questo concetto, con ordinanze precise i sindaci, hanno emesso direttive precise affinché l’esercizio di lavavetri, parcheggiatore e simili, siano debitamente perseguiti con appositi impieghi straordinari, ponendo tali attività tra quelle di maggior fastidio alla cittadinanza. Se l’orientamento della Cassazione è che è attività utile la figura del parcheggiatore, lo è altrettanto il lavavetri al semaforo».
«Altro discorso – aggiunge Vendemmia – è se la sentenza 12762 invece entra nel merito che la sola richiesta di denaro sia stata avanzata senza una minaccia concreta e attuale. Allora non si configura il reato di estorsione ma di altro tipo. Rimane il fatto che questa sentenza, per quanto si è appreso attraverso gli organi di stampa, va al di là delle competenze giuridiche e valuta questa figura di parcheggiatore quale utile per la società in netto contrasto con l’orientamento fino ad ora espresso da amministratori locali e Forze dell’Ordine».

E la vicenda appare ancora meno chiara se si considera la sentenza n. 41462/04 della Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione con la quale si è stabilito che i posteggiatori abusivi che chiedono soldi in cambio della custodia dell'automobile commettono reato, e ciò indipendentemente dalla somma richiesta agli automobilisti. Ed allora come la mettiamo? La prossima volta bisogna pagare oppure si possono chiamare le Forze dell’Ordine?


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